venerdì 3 maggio 2019

PSICOLOGIA
LE TEORIE DELLO SVILUPO DI FREUD E ERIKSON
Oggi si tende a considerare lo sviluppo come esteso all'intera durata della vita dell'individuo, che nel suo percorso affronta una serie di sfide e attraversa vari passaggi. In ogni transizione il soggetto porta con si i propri vissuti e le proprie esperienze utilizza le proprie risorse per poter risolvere le sfide che la si pone. 



FREUD: LE FASI PSICOSESSUALI DELLO SVILUPPO
Secondo Freud lo sviluppo del bambino è rappresentato come un continuo superamento di  sfide. Attraverso le varie fasi dello sviluppo psicosessulae, il bambino si cimenta con il conflitto che si viene a creare tra i propri desideri e le richieste sociali. Se il bambino riesce a controllare queste fasi, si avvia verso uno sviluppo psicosessule  armonico; in caso contrario subentrano delle fissazioni: il libido si può fissare su alcune zone eterogenee. 



ERIKSON: LO SVILUPPO PSICOSESUALE
Secondo Erikson lo sviluppo avviene attraverso il superamento di eventi specifici nel corso di ampie fasi di età: è necessario superare ogni stadio con successo affinché la tappa successiva non presenti difficoltà.
Dunque per questo studioso lo sviluppo prosegue per tutto l'arco dell'esistenza, e il successo nel superamento delle varie tappe permette all'individuo di giungere alla vecchiaia e di viverla in modo sereno e soddisfacente. 



ALTERAZIONI NELLO SVILUPPO: IL RITARDO MENTALE E I SUOI FATTORI

Non sempre lo sviluppo individuale avviene nei modi he abbiamo fin qui descritto. Si possono infatti verificare alterazioni dovute ad anomalie o patologie di diverso tipo, determinate sia da fattori biologici sia da fattori psicologici o ambientali, come:
  • ereditarietà;
  • alterazioni precoci dello sviluppo embrionale;
  • problemi durante la gravidanza e nel periodo perinatale;
  • condizioni mediche generali durante l'infanzia o la fanciullezza.
Si parla di ritardo mentale quando ci troviamo di fronte a deficit cognitivi che comportano uno sviluppo cognitivo atipico, dovuto a fattori biologici e ambientali, come ad esempio ambienti arenti di affetto o senza stimoli, o al contrario con troppi stimoli indifferenziati.
E' importante dire che questi disturbi possono essere prevenuti con controlli ostetrici o generali.
LE DIVERSE TIPOLOGIE DI DSTURBO LINGUISTICO

  • disturbi centrali, raggruppati sotto il titolo di afasia: tali disturbi manifestano sintomi differenti secondo l'area celebrale compromessa; per esempio se il danno è circoscritto all'emisfero sinistro, deputata al linguaggio, il bambino afasico avrà difficoltà nel combinare le unità linguistiche in sequenze coerenti.
  • disturbi di produzione o emissione: si tratta di patologie che si manifestano attraverso balbuzie, peggiorate molte volte da un fattore emotivo. Accanto alle balbuzie, deve essere ricordata la aplologia, ovvero un'emissione dell'eloquio estremamente veloce.
  • disturbo della fonazione: è un'incapacità di usare i suoni del linguaggio, oppure una forma di mutismo selettivo, in cui il bambino può rifiutarsi di parlare perché avverte l'ambiente che lo circonda come ostile, inatti è determinato da un disagio psicologico.

DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO: LE DIVERSE TIPOLOGIE DI DISTURBO
Accanto ai disturbi della comunicazione abbiamo la categoria psicologia dei disturbi dell'apprendimento o Disturbi Specifici dell'Apprendimento, he comprendo difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo.
Secondo numerosi studi questi disturbi manifestano in un quadro generale di adeguate capacità cognitive, uditive e visive, hanno cause neurobiologiche che consistono in disfunzioni di alcune aree cerebrali.
  • la dislessia o discografia: si tratta, rispettivamente, di problemi legati alle capacità di lettura.
  • la discalculia, ovvero l'incapacità di fare calcoli, che produce sintomi anologhi alla dislessia.
LA DIFFICOLTA' DI SCRITTURA
Le difficoltà che un bambino incontra nella scrittura vengono distinti in agrafia e disgrafia.
Le varie manifestazioni di agrafie sono state  suddivise in due grandi gruppi: agrafie centrali e periferiche. 

LE AGRAFIE CENTRALI

  • agrafia lessicale: si tratta di una lesione della procedura lessicale, per cui il soggetto scrive le parole come le pronuncia;
  • agrafia fonologiche: si tratta di una lesione della procedura fonologica, per cui il soggetto ha difficoltà a dire le parole che non esistono;
  • agrafia profonda: in questo caso il soggetto scrive commettendo errori semantici, cioè relativi al significato della parola.
LE AGRAFIE PERIFERICHE
  • agrafia da neglect: questa forma di agrafia si manifesta con errori con amputazione o sostituzione dell'inizio della parola.
  • ALTRE TIPOLOGIE
  • agrafia ideatoria: l'incapacità di scrivere lettere e parole  sotto dettatura anche se il soggetto mantiene comunque la capacità di scrivere copiando;
  • agrafia spaziale: il soggetto tende a scrivere al margine;
  • disgrafia: va distinta dall'agrafia. Si tratta di una difficoltà nell'apprendimento dalla scrittura.
  • agrafia aprassica: un disordine gestuale causato da un disturbo del movimento volontari
DAI DSA AI BES
I disturbi appena elencati vengono elencati sotto i DSA, mentre i BES sono i Bisogni Educativi Speciali, rappresentata dai bisogni educativi speciali, cioè tre grandi categorie: la disabilità, i disturbi evolutivi specifici e lo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
Questi soggetti hanno bisogno di aiuto costante e per una lunga durata. 

L'AUTISMO: LA PSICOSI PIU' TEMUTA
Le psicosi in età evolutiva occupano una posizione di grande rilievo sia per le ricadute familiari, sa per il loro impatto sociale. Tra le più famose c'è l'autismo.
Il termine autismo fu coniato nel 1911 per descrivere individui completamente assorbiti dalle proprie esperienze interiori, con una conseguente perdita d'interesse per la realtà esterna. 

LE CAUSE DELL'AUTISMO

Non si sa per certo quali siano le cause dell'autismo: Esistono infatti molteplici teorie a riguardo, tra cui:
  • cause organiche, come anomalie funzionali di alcune aree celebrali, accompagnate da un mancato funzionamento dei neuroni specchio;
  • cause di incapacità biologica, per le quali il soggetto non riesce a creare un legame emotivo con i familiari, che sono freddi e distaccati;
  • cause di metodo educativo: secondo Leon Eisenberg, i genitori portano il bambino ad isolarsi dal mondo esterno, quindi all'autismo, perché tendo a volere un figlio perfetto: Spesso infatti questi soggetti sono molto talentuosi in alcuni ambiti, ambiti su cui puntano i genitori;
  • cause di tipo interpretativo: secondo lo psichiatra Bruno Bettelheim, i soggetti sviluppano l'autismo a causa dell'attitudine negativa con la quale gli si accostano le figure più significative nel suo ambiente.
I COMPORTAMENTI DEL BAMBINO AUTISTICO
Fin dalla nascita è facile riscontrare nei bambini autistici comportamenti diversi e anormali. Principalmente, questi neonati mostrano una totale indifferenza verso l mondo esterno e, quindi, non stabiliscono rapporti con gli altri.
Durante i primi tre mesi di vita, poi, i bambini autistici passano da stadi di apatia ad altri di estrema agitazione. Successivamente, può iniziare a manifestarsi un tipo di ritualità tipica dell'autismo.
Durante l'infanzia, i bambini autistici mostrano, rispetto ai coetanei, notevoli difficoltà nella comunicazione, nella socializzazione e nella percezione emotiva. A questo si lega l'esigenza costante di mantenere lo stesso ambiente, caratterizzata da una grande ossessività.
Con il passaggio alla pubertà, si possono manifestar nuovi disturbi: circa il 20% dei bambini sperimenta per la prima vota le convulsioni.


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